Dove possono arrivare Paul George e i Pacers?

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Paul George è un uomo di parola. Al termine della serie di semifinale di Conference di due stagioni fa, dopo che Indiana era stata sconfitta per 4-2 da Miami, George si era presentato nell’ufficio di Frank Vogel promettendo che, al ritorno in campo per la nuova stagione, avrebbe avuto uno stile di gioco molto più versatile e aggressivo. Troppo pochi i 12 punti di media e quel deludente 19/52 dal campo, voleva di più. Un anno dopo, stessa serie, il palcoscenico è però la finale di Conference. I punti di media diventano 19.4 con poco meno del 50% al tiro, ma ancora una volta non basta, passano gli Heat alla settima.
Pronti a scommettere che se l’incrocio si riproponesse di nuovo in questa post-season, il ragazzo di Palmdale alzerà nuovamente le sue medie per cercare di volare, finalmente, alle Finals?

Nel mezzo tra le delusioni contro i poi due volte campioni NBA, George ha implementato le sue cifre e il gioco a tal punto da vincere quasi incontrastato il premio di Most Improved Player of the Year, con 52 dei 120 votanti che lo hanno messo al primo posto e più del doppio dei punti (311-146) del secondo classificato, Greivis Vasquez. Da 12 a 17 punti, da 5.6 a 7.6 rimbalzi, e da 2 a 4 assist di media sono un bel salto, oltre a essere stato l’unico giocatore della Lega a recuperare almeno 140 palloni portando nel contempo almeno 50 stoppate. Tutti questi dati confermano come l’obiettivo individuale della guardia dei Pacers sia quello di diventare il miglior all-around player di tutta la NBA. Senza contare che l’anno scorso ha condotto Indiana al suo primo titolo di Central Division dopo nove anni di astinenza e ha cancellato o quasi il ricordo di Danny Granger, che ha giocato solo cinque partite in stagione a seguito di un grave infortunio.

Un campione però non è mai tale se non sa confermarsi dopo dei grandi risultati. Sembra però che il prodotto di Fresno State non soffra minimamente la pressione che, il premio vinto lo scorso anno e il probabile imminente ritorno di Granger, possono mettere sulle sue spalle. Anzi, in tutta risposta ha alzato nuovamente le sue cifre, in maniera anche più sorprendente rispetto allo scorso anno. Sono statistiche parziali trattandosi solamente dei primi match stagionali, intanto però Indiana ha vinto tutte le prime cinque gare giocate, unica squadra ancora imbattuta della Lega. Sono ben 25.8 i punti di media di George, terzo nella Lega dopo Durant e Love, con percentuali tanto dal campo quanto da fuori ben oltre il 40%, conditi con 8.2 rimbalzi a partita.

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Andando a spulciare le statistiche più in profondità si trova una true shooting percentage del 7% superiore alla media NBA, oltre a 0.343 punti a possesso, secondo solo a Brook Lopez, e soprattutto il 24% in una speciale statistica, denominata PIE (player impact estimate), che calcola in che percentuale, tra tutti i dati analizzati in una partita, un giocatore ha partecipato attivamente ed in maniera decisiva. Se si pensa che la media NBA per un buon giocatore è del 10%, il valore del californiano è presto detto. Questo dimostra il suo impatto assolutamente fondamentale per la sua squadra oltre ad un’efficienza spaventosa.

Indiana è la squadra col miglior defensive rating, soli 86.6 punti concessi ogni 100 possessi, tenendo gli avversari al 37.5% dal campo, oltre a uno dei primissimi frontcourt di tutta la Lega, con West, Scola e Hibbert a farla da padrone sotto canestro. Se quest’ultimo sta letteralmente dominando la statistica delle stoppate, 5.2 di media contro uno 0.6 di average tra tutti gli altri, e i Pacers a rimbalzo non hanno problemi di alcuna sorta, l’attacco ha invece bisogno che George confermi questa sua efficienza per rendere il team pericoloso su entrambi i lati del campo.

I Pacers, tanto quanto il loro giocatore simbolo, stanno migliorando visibilmente di gara in gara e di stagione in stagione, ma quest’anno è arrivato il momento della verità. Dopo quattro anni senza playoff tra il 2006 e il 2010, il primo turno del 2011, la semifinale di Conference del 2012 e la finale a Est dell’anno scorso, il prossimo passo si chiama Finals NBA. Chissà che George non continui a crescere e stupire, diventando di diritto uno dei più forti giocatori di tutta la Lega.
Sognare l’anello, allora, sarebbe senza dubbio più semplice.

12 COMMENTS

  1. Se non incrociano il cammino dei Nets che hano le caratteristiche per metterli in difficoltà, io dico che vincono il titolo.

    • La possibilità di arrivare fino in fondo c’è. George sta facendo benissimo ma…riuscirà a restare a questi livelli per tutta la stagione, playoffs compresi? Anche se la risposta fosse csì seconde me sarà fondamentale una vera alternativa offensiva, più incisiva di West (gli altri offensivamente non sono credibilissimi). La soluzione la avrebbero in casa (Granger), ma bisognerà vedere come tornrà e se sarà in grado di contribuire proficuamente. Qualcuno sa quando lo rivedremo?

      • servirebbe “semplicemente” un play. che dia ordine, che dia la possibilità di creare due punti facili quando serve e che faccia eseguire in maniera almeno decente. il loro attacco normalmente è brutto, ma nei momenti caldi delle partite è semplicemente disastroso.

        • nel sistema vogel il play non è mai stato essenziale, tenendo conto che george hill è ancora fuori, stanno giocando con cj watson titolare e sono senza sconfitte

          • si ma quando le cose vanno bene il play non gli serve. quando il loro attacco era stritolato dalla difesa di miami però si è visto che non riuscivano a mettere in fila due passaggi. george portava palla dalla linea di fondo e spesso finiva persino l’azione.

            l’attacco si è spesso ridotto (durante le scorse ECF) a “una volta schierati i lunghi, tiriamo una mattonata verso il ferro…se va bene entra, se va male si lotta a rimbalzo d’attacco”…

          • ok ma la cosa si risolverebbe dando ancora più fiducia a hibbert e lance, a mio modo di vedere un play alla paul o williams (nel senso del tipo di giocatori non esattamente loro)non migliorerebbero la squadra.
            le forzature di george sono dovute più al fatto che sta esplodendo e questo lo porta ad avere un eccessiva fiducia nei propri mezzi non necessariamente alla mancanza di un play, infatti in preseason stavano giocando male proprio per questo e vogel fece delle dichiarazioni pubbliche in cui disse che aveva vietato a george di non spezzare più il raddoppio col palleggio ma di passarla e basta.
            infatti in regoular season le cose sono migliorate

  2. mi sono perso il mini-dibattito di qualche giorno fa, comunque vorrei alla redazione di impostare nuovamente l’articolo quotidiano come prima…l’avere una pagina (anche con un articolo super stringato, giusto le vittorie e gli avvenimenti principali della notte) su cui poter commentare quotidianamente era perfetto…ora commento poco perchè onestamente ho difficoltà a capire dove poterlo fare sapendo che qualcuno leggerà quello che scrivo (infatti due o tre commenti che ho messo sono caduti nel vuoto, mentre l’anno scorso avrebbero indubbiamente ricevuto risposta). è molto dispersivo in questo modo.

    voi che ne pensate?

  3. Il problema è che nell’eventuale finale di conference Indiana – Miami, George gioca su “quello lì”… l’anno scorso ha fatto una buona/ottima figura, ma il confronto l’ha comunque perso nettamente. Quest’anno sarà migliorato così tanto da superare Lebron? Vedremo…

    A parte questo se Indiana (come ha già detto Dade) avesse un’alternativa a George credibile in attacco (West e Hibbert non lo sono, nonostante i cm) allora sarebbe la mia favorita, ma per ora, di fatto, non ce l’ha.

    Granger potrebbe esserlo, ma io dico che l’unico effetto che avrà sarà quello di rovinare gli equilibri che questa squadra ha trovato.
    La sua coesistenza con George era già un problema 2 anni fa, e George non era certo quello che è oggi. O si adatta a fare il sesto uomo (la vedo difficilissima, già provato e già fallito…) o lo scambiano. Più probabile la seconda.

    • granger ha giocato (male) tutte le partite di preseason come titolare se non erro.Secondo me veniva messo titolare solo per far vedere alle altre squadre che era sano.. Era una roba tipo “Ehi,abbiamo granger sano, lo volete? adesso anche se ritorna dall infortunio(che ormai iniziano a essere tanti) per me finirà in qualche squadra disperata che si appiopperà il suo contrattone.ma come sesto uomo dei pacers non ce lo vedo proprio

  4. Secondo me puo’fare la finale di conference non vedo lasciando perdere Miami molte squadre piu’ forti di loro i NETS secondo me
    sono un minestrone immangiabile nel senso che hanno messo insieme
    tanti campioni ma molti di questi sono cotti.

  5. quoto Walton 63 li vedo in finale con miami ma li vedo sfavoriti come a maggio scorso.
    i nets sono un minestrone di campioni ed ex giocatori tra tutti deron Williams lontano parente del new Stockton di utah!!
    ad ovest rivedo gli spurs in finale poiche i clips sono lontani anni luce dal concetto di basket del doc mentre okc attacca in 2! se la finale sara pacers spurs il titolo per me va in Texas mentre in un ipotetico re-match vedo di nuovo vincenti gli heat che al di la di James sono la squadra più completa della lega

  6. Bah, senza entrare nella tattica e specificando che per il titolo si passa per Miami direi che Indiana ha portato a gara 7 gli Heat, questi hanno perso Mike Miller che nei playoff si è rivelato un fattore mentre Indiana si è rinforzata parecchio soprattutto in panca (Es. Scola).
    Che poi il vero pericolo passi per i Nets che ovviamente devono trovare l’alchimia, ci può stare, ma sarà una considerazione da fare successivamente.

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